Ho sempre fatto sogni molto vividi.
In uno dei primi che ricordo legati alla musica, fatto quando avevo circa 12 anni, mi affacciavo da dietro al palco a sbirciare una platea circondata da pannelli di ciliegio, in un momento di attesa elettrica di quelli che precedono i concerti.
Quando martedì sono entrata all’Auditorium Parco della Musica dall’ingresso artisti e ho camminato per i corridoi dei camerini tappezzati di foto dei Giganti della Musica che li hanno percorsi prima di me mi sono sentita di nuovo quella piccola violinista dodicenne, e non potevo credere che stavolta non fosse un sogno.